ENORE ZAFFIRI
Enore Zaffiri, nato a Torino il 29 marzo 1928, ha
studiato presso il locale Conservatorio di Musica “G. Verdi”, diplomandosi in
Composizione, Musica Corale e Pianoforte. Ha studiato al Conservatorio
Nazionale di Parigi con Tony Aubin e si è perfezionato in pianoforte con Guido
Agosti all’Accademia Musicale Chigiana di Siena.
Dal 1954 al 1982 ricopre la cattedra di Cultura Musicale
Generale presso il Conservatorio di Torino. In qualità di compositore ha vinto
diversi concorsi (Premio città di Trieste).
Dal 1964 si interessa di Musica Elettronica fondando lo
SMET (Studio di Musica Elettronica di Torino), che avrà poi sede presso il
locale Conservatorio di cui diviene docente anche in tale materia. Partito
dalla premessa del superamento storico dei principi elementari che coordinavano
le relazioni fra i suoni del linguaggio musicale tradizionale destinato agli
strumenti acustici, Zaffiri si rivolge ai mezzi elettronici alla ricerca di
nuove prospettive sonore impostate su un principio strutturale basato sulla
figura geometrica piana euclidea, mediante la quale coordina i vari parametri
sonori e ne estrae la dimensione formale e spaziale.
Nel 1965, con altri operatori, fonda lo Studio di
Informazione Estetica e inizia una
ricerca interdisciplinare fra fenomeni sonori e fenomeni visivi. Il principio
di ricerca è l’assunto di far germinare da un’unica struttura di base gli
elementi relativi al campo sonoro e visivo. Realizza sculture che si concretano
mediante le stesse strutture geometriche
di base applicate alla musica. In collaborazione col pittore Antonio Calderara
realizza il Progetto Q/81 edito dalla Hofhaus Presse di Düsseldorf.
La punta estrema del rigorismo formale viene raggiunta nel 1968 con il progetto Musica per un
anno (ed. Centro Duchamp, Bologna) destinato alla sonorizzazione di ambienti.
Dal 1970 Zaffiri rivolge i suoi interessi alla
realizzazione dal vivo della musica elettronica. Abbina ai suoni elettronici la
voce umana sconfinando talvolta nel teatro totale (Il giuoco dell’oca dal
romanzo di E. Sanguineti e Raptus su testo di M. Châtel).
In questo periodo appaiono le prime partiture
(intavolature) per sintetizzatore, che permettono la realizzazione dal vivo di
brani appositamente scritti per tale strumento.
Alla fine degli anni settanta estende la sua ricerca
visiva al Video, continuando quel processo di interdisciplinarità utilizzando
gli strumenti che la tecnologia offre e che rappresentano, per l’autore, un
supporto e un mezzo alle sue intenzioni espressive.
Alla fine degli anni ottanta realizza in video L’Arte nella Storia” (cento argomenti, dalla
Grecia Antica al 1945) pubblicata dalla Cooperativa Books & Video di
Torino.
All’inizio degli anni novanta realizza con la
collaborazione del nipote Paolo Zaffiri, quella che definisce Video-Pittura,
ossia video con immagini astratte in
movimento e abbinate sempre alla musica, che lo condurrà a sviluppare il
discorso della Computer Art, mediante una metodologia per l’elaborazione di
immagini che partendo da un “tema di carattere geometrico” di base, si sviluppa
in molteplici “variazioni”. Tali immagini vengono successivamente elaborate dal
computer attraverso filmati di
animazione abbinati alla musica realizzata con suoni campionati.
Sempre nel campo della ricerca si dedica alla
interpretazione di musiche pianistiche del passato col pianoforte campionato,
con l’intenzione di padroneggiare il mezzo elettronico, liberandolo dalla
freddezza meccanicistica tipica del mezzo stesso.
Attualmente, in collaborazione con Marcella Chelotti e
Valbruna Scarlino per la parte storico-culturale e con il tecnico Giuseppe
Molinar, sta elaborando il CD-ROM
“Dalla lyra al sintetizzatore”, disegno storico della musica occidentale.